Cardè e il Marchesato
Qui vogliamo affrontare la Storia e le storie, del Marchesato e dei comuni di Octavia. Le vicende storiche di queste terre sono complesse e variegate: sempre in bilico tra Francia e Italia, tra cultura signorile e contadina, tra Piemonte, Savoia e Saluzzo; sedi di castellanie, infeudate a nobili locali o provenienti da altre terre francesi o piemontesi, i paesi di Octavia sono, ciascuno, testimonianza del lungo medioevo subalpino e della successiva rinascita dell’età moderna.
Parte di un piccolo stato, ricco e corteggiato dalle più grandi potenze circostanti, molti comuni hanno beneficiato di ricchezza e prosperità, che ancora oggi si possono intravvedere nel ricco patrimonio storico e artistico custodito, fin nel più piccolo abitato o in cascine e cappelle campestri. Castelli, poi residenze signorili, ingentiliscono il paesaggio e fanno da sfondo a storie locali che si fondono in quelle, più grandi, regionali e nazionali. Raccontare le storie locali per capire la Storia che dal Piemonte ha portato all’Italia.
«Cardè può tuttavia mostrare al forestiero il suo Ponte sul Po, opera ardita ed anche elegante da fare onore ad una città.»
(Carlo Fedele Savio, Cardè – Cenni storici)
I BORGHI DI OCTAVIA
Comune di Cardè
Cardè è un paese a vocazione prettamente agricola di circa 1150 abitanti; il suo territorio è attraversato dal fiume Po.
Il comune è collocato in pianura, a nord-ovest rispetto all’insieme dei paesi di Octavia. Il paese è situato a circa 12 km a nord di Saluzzo e a 43 chilometri di distanza da Cuneo.
È convenzionalmente considerato il primo paese della Pianura Padana. Cardè è circondata da siti di particolare rilievo storico-culturale: l’Abbazia di Staffarda, i centri di Villafranca Piemonte, Saluzzo e Cavour.
Nel nucleo di più antico impianto si concentrano i principali edifici: la Chiesa della Confraternita e la Chiesa Parrocchiale, il Castello (XIII sec.), l’antica Torre (XVI sec.) e l’interessante e curiosa Cappella dei Marchesi di San Germano.
Un po’ di storia…
Il fiume per Cardè ha sempre rappresentato un sicuro approvvigionamento idrico per le campagne, ma anche una fonte di preoccupazione durante i periodi di piena. Un continuo dialogo, come dimostra l’importanza storico-architettonica del ponte sul Po, il primo manufatto in cemento armato realizzato sul fiume tra il 1915 e il 1919 e recentemente restaurato.
Documenti del XIII secolo fanno cenno ad una selva chiamata “nemus Cardesii”, “nemus Cardeti”, “nemus Cardei” ossia bosco di Cardesio, di Cardetto, di Cardè. Il nome proviene evidentemente dalle condizioni del terreno incolto, prevalentemente caratterizzato da rovi e cardi selvatici: Cardè era quindi il nome della selva. In una documentazione del 1324 è detto chiaramente: «Nemus quod appellatum est Cardettum».
Le vicende storiche di questa terra sono complesse e variegate: sempre in bilico tra Francia e Italia, tra cultura signorile e contadina, tra Piemonte, Savoia e Saluzzo. Dopo 400 anni sotto l’influenza del Marchesato di Saluzzo, Cardè venne annesso al territorio francese, rimanendovi fino al 1601, data in cui passò sotto il Ducato di Savoia.
Parte di un piccolo stato, ricco e corteggiato dalle più grandi potenze circostanti, molti comuni hanno beneficiato di ricchezza e prosperità, che ancora oggi si possono intravedere nel ricco patrimonio storico e artistico custodito, fin nel più piccolo abitato o in cascine e cappelle campestri.
Nel 1706 nei pressi del fiume Po avvenne una scaramuccia tra truppe francesi e piemontesi, conosciuta come la battaglia di Cardè, nella quale Vittorio Amedeo II di Savoia riuscì a sfuggire alla cattura.
Cosa vedere a Cardè
Il ponte di Cardè

Cappella dei Marchesi di San Germano
